Fantasmi del Cilento
SALONICCO 1943
Alla vigilia di quello che è stato uno dei maggiori massacri della storia dell’umanità – la deportazione di quasi mezzo milione di ebrei magiari nei campi di sterminio della Polonia del Governatorato Generale, nell’estate del 1944 – trenta ebrei di Lenti, una cittadina del Transdanubio occidentale ungherese, vennero in possesso di altrettanti certificati, probabilmente trafugati dal municipio di Altavilla Silentina, in provincia di Salerno. Chi, come e perché li abbia portati sino a quel minuscolo villaggio, posto in prossimità del confine di tre stati (Slovenia, Croazia e Austria), è, probabilmente, destinato a rimanere un enigma. Un mistero che nessuno dei trenta ebrei di Lenti potrà mai svelare, essendo la loro vita drammaticamente giunta al capolinea prima che la guerra finisse. Da sfondo al racconto, che si snoda lungo una ideale direttrice Budapest-Fiume-Campagna, la vicenda umana e politica di un giovane vescovo, Giuseppe Maria Palatucci, che assieme al nipote Giovanni, responsabile dell’Ufficio stranieri della questura di Fiume, potrebbe essere stato il principale regista di un progetto realizzatosi solo in parte
